Rappresenta un nuovo traguardo della medicina sempre al passo con le nuove tecnologie scientifiche.
Sì, perchè la medicina rigenerativa può essere anche adoperata per contrastare l’invecchiamento di pelli e tessuti, ma anche per riparare, rigenerare o sostituire tessuti o organi danneggiati da malattie, traumi o a causa di difetti presenti dalla nascita (congeniti).
«Per medicina rigenerativa si intende un insieme di procedure che hanno come determinatore comune la stimolazione naturale dei propri tessuti. Tra quelle più efficaci ricordiamo le procedure basate sui derivati dal sangue periferico come il prp o pappa piastrinica ricca di fattori di crescita, il lipofilling nelle sue varie forme di trapianto di grasso, i micro innesti derivati dalla cute oltre varie tecnologie quali luce blu, laser frazionato etc che da sole o abbinate con protocolli specifici alle suddette procedure ottimizzano i risultati.
Oltre che per patologie la medicina rigenerativa trova oggi grande spazio anche nel campo dell’estetica medica per combattere e ritardare i segni dell’invecchiamento, migliorare cicatrici e ultima frontiera per combattere la calvizia, anche in supporto a chi ha avuto un trapianto di capelli», dice il prof. Francesco D’Andrea.
La medicina rigenerativa è diventata un nuovo baluardo della medicina in generale e anche della medicina estetica, ma anche preda di tanti non professionisti della materia. La regione Campania, per ovviare a tutto ciò, ha creato un tavolo tecnico regionale ad hoc composto da esperti professionisti del settore.
La Campania, prima in Italia, ha istituito un tavolo tecnico sull’argomento presieduto dal dott. Giuseppe Longo e composto da rappresentatnti delle varie specialità che si avvalgono della medicina rigenerativa per cercare di fare ordine sul caos che ruota intorno a questo argomento.
I numeri della medicina rigenerativa salgono di anno in anno, si pensi che negli ultimi 2 anni (2021-2022) solo in Campania, gli interventi sono aumentati circa del 40%.
Fondamentale resta, la battaglia che il professore Francesco D’Andrea sta conducendo già da anni contro l’abusivismo della professione in cui rientrano anche coloro che utilizzano la medicina rigenerativa in maniera inappropriata.
«Occorrono regole e formazione affinche si creino i presupposti per garantire sicurezza oltre che risultati. Stiamo valutando anche di istituire a tal fine corsi di formazione specialistici che servano a garantire la salute dei cittadini», dice.