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2 Criolipolisi, cos’è il trattamento che avrebbe sfigurato Linda Evangelista

2021-09-27 16:56

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La celeberrima top model Linda Evangelista ha parlato dei danni che avrebbe subito dopo questo intervento da medicina estetica. Ma di che si tratta? L

La celeberrima top model Linda Evangelista ha parlato dei danni che avrebbe subito dopo questo intervento da medicina estetica. Ma di che si tratta?

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Linda Evangelista, dea nell’Olimpo delle modelle degli anni Ottanta, ha recentemente dichiarato di patire le conseguenze di un intervento estetico di criolipolisi.

Ma di che cosa si tratta? E davvero si corrono seri rischi in caso di cattiva riuscita?
 

La tecnica

«La criolipolisi non è assolutamente invasiva — spiega Francesco D’Andrea, presidente della Sicpre, la Società italiana di chirurgia plastica ed estetica— consiste nella riduzione di accumuli grasso localizzato tramite il freddo».

Come si procede? «Si utilizza un apparecchio formato da una speciale di ventosa capace di risucchiare la zona di grasso da trattare per poi dare avvio alla fase di raffreddamento. Il freddo “scompone” le cellule adipose, gli adipociti — che sono molto più sensibili alle basse temperature rispetto a cute, derma, muscoli e vasi sanguigni. Gli adipociti, così “raffreddati”, vanno incontro alla morte e vengono “digeriti ” e rimossi. Più nel dettaglio: gli adipociti danneggiati vengono eliminati dal sistema linfatico come qualsiasi altro tessuto di scarto, oppure trasportati dal sistema verso l’apparato digerente e vengono, appunto, digeriti o, ancora, sono eliminati dal fegato che rimuove le tossine dall’organismo. Un processo non immediato: dura dalle due alle otto settimane».

Il confronto con la liposuzione

Che differenze ci sono rispetto alla liposuzione “classica”? Non serve nè anestesia locale, come nel caso della cosidetta miniliposuzione, nè tantomeno l’anestesia generale, che è indispensabile per la liposuzione “classica” . Si prova solo una sensazione di fastidio non dolorosa; non serve portare, per circa un mese, una guaina che contenga le zone trattate come accade invece per la liposuzione. Gli inevitabili lividi scompaiono nel giro di qualche settimana . I primi risultati iniziano ad essere visibili già nel giro di 15 o 20 giorni contro i circa tre mesi della liposuzione».

Le zone trattabili

Fin qui i vantaggi, ma ci sono anche dei limiti? «Si possono trattare solo zone limitate — e quindi può essere necessario ripetere l’operazone a distanza di mesi — Per esempio, piccoli accumuli adiposi vicino al ginocchio, sull’addome, sui fianchi e le cosidette culotte de cheval. Con la liposuzione si vanno invece ad eliminare masse che in genere equivalgono a due-tre litri, ma si può arrivare a sei, sette. Si tratta però di interventi veri e propri da fare in ambienti e su pazienti selezionati.

Le ipotesi sul caso di Linda Evangelista

Che cosa può essere andato “storto” nell’intervento di crioliposuzione di Linda Evangelista? «Mi riesce davvero difficile immaginarlo. Ho visto che si parla di una reazione allergica, ma allergia a che cosa , dato che nella criolipolisi non si inietta alcuna sostanza? Quanto al sospetto che si sia innescata una reazione autoimmune, non vedo come: g li adipociti vengono digeriti, spariscono, come fanno a dar luogo a reazioni ? Volendo, ma proprio volendo, si potrebbe pensare a uno shock metabolico: l’organismo alle prese con un surplus di cellule grasse da eliminare reagisce, invece che accelerando, rallentando la sua attività . O a un danno epatico se la procedura viene ripetuta a distanze ravvicinatissime, e per molte zone in contemporanea, il fegato potrebbe, in teoria, essere messo in difficoltà da tutte queste scorie da smaltire. Ma è un’ipotesi a dir poco estrema. Che poi il grasso congelato, invece di venire eliminato, per di più a grandi distanza di tempo, si “trasferisca” in altre zone del corpo, causando gonfiori, è assurdo»

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Prof. Francesco D'Andrea

Il Prof. Francesco D'Andrea si è laureato con lode nel 1982, ed ha conseguito il titolo di specialista in Chirurgia Plastica nel 1987. Lo stesso anno ha vinto il concorso di ricercatore presso l'Università degli Studi di Reggio Calabria e nel 1989 con tale qualifica si è trasferito presso l'università "La Sapienza" di Roma. Nel 1991 ha vinto il concorso di professore associato di Chirurgia Plastica presso l'Università di Reggio Calabria. Con tale qualifica si è trasferito presso la Seconda Università di Napoli. Dal 2001 è professore ordinario e direttore della scuola di specializzazione di Chirurgia Plastica presso la Seconda Università di Napoli, e coordinatore di un dottorato di ricerca. È stato vincitore di premi e borse in ambito nazionale. E' stato responsabile di progetti di ricerca MURST (1992-1993-1994-1995-1996-1997) e di progetti di ricerca di ateneo (2001-2002). E' coordinatore nazionale di un PRIN per l'anno 2004-6. Ha svolto diversi soggiorni all'estero (Inghilterra, USA, Spagna, Svezia, Finlandia) di cui alcuni di lunga durata, ed è abilitato all'esercizio della professione in Inghilterra. Ha organizzato ed ha partecipato all'organizzazione di congressi nazionali ed internazionali della specialità. È segretario della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, e membro della International Society of Plastic Surgery e di numerose società scientifiche affini nazionali ed internazionali, ricoprendo in alcune di queste incarichi ufficiali. E' presidente dell'Accademia Campana di Chirurgia Plastica ed Estetica. E' autore di oltre 120 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, molte indicizzate e con fattore di impatto

Francesco D'Andrea Busto